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fonte: Wikipedia

"I socialisti e le nostre autonomie"

Sul "Nuovo Trentino" del 26 gennaio 1922 viene espressa la necessità di un decentramento dello Stato, per poter dare più autonomia decisionale e organizzativa partendo dalle province.

Solo due anni dopo l'annessione al Regno d'Italia l'autonomia si mostra un importante obiettivo politico. Quella autonomia non verrà poi messa in atto negli anni '20, ma le province di Trento e Bolzano la vedranno realizzata solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, ben 40 anni più tardi.

Questo è quanto si legge sul giornale:

"Il Consiglio Nazionale del Partito Socialista ha discusso recentemente sul decentramento, sulla costituzione della Regione e sull'autonomia dei comuni.

E’ confortevole che in tale convegno anche i socialisti delle Nuove Province finalmente si siano messi a propugnare le autonomie comunali e regionali, dopochè alla campagna fatta fin dagli inizi dai popolari avevano opposta una mussulmana indifferenza. Notevole è che l'o.d.g. presentato dal socialista triestino Inwinkl e accolto ad unanimità, esige anche il mantenimento delle autonomie scolastiche. Speriamo che per tale mozione abbia votato anche il delegato trentino Salvetti ponendo così in imbarazzo i suoi autorevoli amici trentini, che per le scuole volevano fosse fatta un'eccezione in senso centralista. Ecco l'o.d.g. Inwinkl, votato ad unanimità: "Il Consiglio Nazionale Socialista, convinto che per il libero sviluppo delle energie e delle iniziative locali sono indispensabili le più ampie autonomie; constatato che nelle nuove Province d'Italia le autonomie provinciali e comunali ereditate dal cessato regime hanno fatto buona prova durante il periodo di parecchi decenni in cui sono in atto; considerato che i partiti antiproletari mirano a distruggere le libertà locali di quelle popolazioni; dà mandato alla direzione del partito, al gruppo parlamentare e alla Lega dei comuni socialisti di sostenere validamente il postulato unanime delle popolazioni annesse acchè esse fino all'introduzione in tutto il regno delle autonomie, richieste dal Partito Socialista, siano conservate:

a) le autonomie provinciali e comunali esistenti nelle Nuove Province d'Italia, compreso il Potere legislativo delle Diete provinciali;

b) l'amministrazione autonoma della scuola con i suoi organi che sono i Consigli scolastici provinciali, distrettuali e locali salvo a riformarne opportunamente la composizione".

Astrid Panizza

panizza.astrid@gmail.com

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