Accadeva questa settimana 100 anni fa

Il passaggio di un treno
Fonte: Europeana

“Le ironie della puntualità ferroviaria!”

Una dura lettera apparsa sul Nuovo Trentino venerdì 15 dicembre 1922 - quattro anni dopo l’arrivo dell’amministrazione italiana in quello che era stato il Sud Tirolo - sembra far balenare nelle parole di chi scrive, la “mitica” e indimenticata puntualità delle ferrovie austriache.

E’ una protesta che lamenta, oltre ai ritardi, pure una scarsa sensibilità in chi gestisce il traffico passeggeri presso la stazione di Trento. Ecco quanto scrive l’anonimo lettore:
Spettabile Redazione, domenica scorsa diversi passeggeri che dovevano recarsi nella Valsugana, dopo aver gustato alla stazione di Rovereto i settanta minuti di ritardo del treno diretto ascendente che doveva arrivare a Trento alle 8.45, ebbero in ricompensa la consolazione di poter constatare i progressi compiuti in fatto di puntualità dal tanto aspettato riordinamento del servizio ferroviario sulla linea della Valsugana.
Giacché quando in meno di due minuti stavano per entrare nella stazione di Trento, si videro passare di fianco sul binario attiguo il treno della Valsugana, il quale infischiandosi di tutti coloro che avevano ormai fatto sicuro affidamento sulla coincidenza, era partito perfettamente in orario con una precisione più che ferroviaria.
Sorpassiamo ai commenti e imprecazioni dei poveri turlupinati e tacciamo pure delle spese e contrattempi causati a non pochi passeggeri e degli inutili sacrifici fatti da alcuni per raggiungere il treno alla successiva stazione di Povo, e ci limitiamo invece a porre alla Delegazione d’esercizio di Trento la seguente domanda:
- non permettevano forse al funzionario le norme attualmente in vigore di far ritardare il treno della Valsugana per quei pochissimi minuti che erano necessari al trasbordo dei passeggeri?
Se la Delegazione ci onorerà di una risposta, sarà da attendersi che nel darla si trinceri dietro le prescrizioni regolamentari: ma in tal caso le osserviamo fin d’ora che ben altri strappi si fanno al regolamento.
In ogni modo ci crediamo autorizzati a ripetere allo zelante impiegato che alla rigida interpretazione del regolamento pospone i giusti interessi del pubblico che paga: ironia della puntualità ferroviaria.

Uno per tutti rimasto in asso".

Astrid Panizza

panizza.astrid@gmail.com

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