La popolazione rurale emigra
60.000 persone lasciano il Trentino tra il 1920 e il 1939
Infrastrutture, ponti, ferrovie e strade distrutte, campagne devastate, campi minati: come teatro dei combattimenti il Trentino aveva subito gravi danni durante la Prima Guerra Mondiale. Durante gli anni del conflitto i rapporti commerciali con l'estero e la relativa emigrazione di manodopera si erano fermati, ma negli anni Venti l'emigrazione riprese. Si stima che tra il 1920 e il 1939 circa 60.000 persone abbiano lasciato il Trentino, la metà delle quali definitivamente. L'emigrazione interessò soprattutto le alte valli e portò a un crollo demografico nelle zone di montagna.
Per ottenere il passaporto per l'emigrazione bisognava rispondere a determinati requisiti, visto che l’atteggiamento del governo di Mussolini fu generalmente di controllo e limitazione delle partenze. "Il Nuovo Trentino" in un articolo del 30 settembre 1923 informò:
“Il Segretariato Trentino di emigrazione in Rovereto comunica con preghiera di pubblicazione:
Secondo le recenti disposizioni, i passaporti per l’estero non potranno essere rilasciati cha a persone che si recano all’estero per conto dello Stato, o per affari commerciali, o per cure che non possono essere fatte in Italia, oppure per ragioni di lavoro e di famiglia.
I moventi dell’espatrio devono essere regolarmente documentati e provati. È dunque necessario che alle domande di passaporto vengano uniti i documenti seguenti, secondo i motivi dell’espatrio:
Certificato della Camera di Commercio comprovante che il richiedente sia un commerciante e che si reca all’estero per ragioni di commercio, a meno che egli non sia riconosciuto come tale per l’importanza dei suoi affari, o già munito di un passaporto precedente, dal quale risulti la necessità del viaggio.
- Certificato di un medico sanitario, legalmente riconosciuto, dal quale risulti la necessità di recarsi all’estero per sottoporsi a cure che non può fare in Italia.
- Contratto di lavoro o richiesta dell’imprenditore per i paesi che esigono tale documento.
- Chiamata da parte dei familiari parenti stretti, debitamente legalizzata dalle autorità consolari, che siano residenti nei luoghi di destinazione.”
27.09.2023 - Maria Pichler