Accadeva questa settimana 100 anni fa

Ritratto di Giacomo Matteotti, corredato da una dedica del leader socialista italiano Filippo Turati, Luigi Bonazza 1924
Fondazione Museo storico del Trentino

Matteotti "Martire della Libertà"

La fine della stampa socialista

Nell'edizione del 12 luglio 1924 il giornale socialista trentino La voce del popolo commemora, con il titolo "Ai Martiri della Libertà", l'assassinio del deputato Giacomo Matteotti per mano fascista. La redazione mette sullo stesso piano l'omicidio di Matteotti e la morte dell’irredentista trentino Cesare Battisti, catturato e giustiziato dagli austriaci nel 1916. Questa narrazione è portata avanti anche dal pittore trentino Luigi Bonazza (autore anche di una delle più celebri raffigurazioni di Battisti), che ritrae nello stesso periodo il “martire” Matteotti su incarico della sezione trentina dell’organizzazione antifascista “Italia Libera”. Ma la repressione fascista diviene sempre più forte e nel corso dell’anno la Voce del popolo smetterà definitivamente le sue pubblicazioni, schiacciata dalla censura e dal controllo poliziesco. 

 

“Si compiono otto anni che Cesare Battisti affrontò il patibolo austriaco al grido: ‘Viva l’Italia!’ E poche settimane or sono Giacomo Matteotti subì il martirio per mano di sicari italiani, gettando loro in faccia le parole: ‘ Uccidete me, ma l’Idea che è in me non la ucciderete mai!’

Il motto estremo di Cesare Battisti è la sintesi della frase profetica di Giacomo Matteotti. Ambedue assertori indomiti d’una fede e d’una speranza che prevaricata ragion di stato o cecità e ferocia di parte non solo non riuscirono a conculcare sino all’estirpazione, ma anzi vieppiù animarono e vivificarono. 

Battisti gridava l’idea che la demolizione delle dissimulate autocrazie dell’Europa centrale ci avrebbe avvicinati a l’epoca della vera democrazia, apportando prima di tutto all’Italia – colla sua definitiva unificazione – indipendenza assoluta e maggior sviluppo civile, economico e sociale. E per questi fini, Egli – altrimenti dichiarato antimilitarista – divenne soldato, offrendo sempre impavido la propria vita quale olocausto propiziatore. 

Giova ricordare che Battisti fu, quanto convinto, altrettanto strenuo divulgatore del verbo socialista: stava in cima ai suoi pensieri l’elevamento e la emancipazione della classe lavoratrice. 

Giacomo Matteotti fu milite instancabile per la difesa dei diritti del popolo: ne studiò tutti i problemi dell’esistenza in nesso colle funzioni dello stato; affrontò fatiche e disagi, critiche e persecuzioni, nel nome del socialismo. E lo raggiunse la più efferata vendetta degli avversari, afflitti da una mentalità del più oscuro medioevo. 

L’Austria degli Asburgo, colla soppressione di Cesare Battisti, perdette una battaglia campale, affrettando la propria dissoluzione. L’Italia ufficiale, facendo sparire Giacomo Matteotti, discese di parecchi gradini nel prestigio degli stati civili. Ma il popolo la riporterà in alto. 

Battisti e Matteotti – campioni eroici della libertà, esempi imperituri d’altruismo – mai furono tanto vivi come dopo giustiziati. I loro pensieri sono sulla via della realizzazione. 

L’idea non muore. Viva la democrazia, viva il Socialismo!”

 

11.07.2024 - Maria Pichler

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