Il Sudtirolo sulla scena internazionale
Minoranze: “Le ferite aperte sono dolorose”
L’autonomia sudtirolese al giorno d’oggi è riconosciuta in tutto il mondo come un esempio di efficace politica delle minoranze. A tal fine sono decisivi, tra l'altro, il suo ancoraggio internazionale attraverso il Trattato di Parigi del 1946 e le risoluzioni dell'ONU degli anni ‘60. Già nel 1924, tuttavia, la tutela delle minoranze in Sudtirolo e in altri Paesi europei era un argomento di discussione sulla scena internazionale; alla fine dell'estate del 1924 si riunì in Svizzera l'Unione interparlamentare (UIP). Karl Tinzl, deputato sudtirolese che vi partecipò, la definì “un'associazione di parlamentari di tutto il mondo [...] il cui scopo è quello di promuovere la comprensione e il rispetto reciproci e di cercare i mezzi per eliminare, per quanto possibile, le cause dei conflitti internazionali e i pericoli di guerra.”
Nel suo resoconto sul quotidiano “Der Landsmann” del 1° settembre 1924, Tinzl scrisse della conferenza, che si svolse “sotto l’effetto dell'accordo di Londra recentemente concluso e del cambiamento della politica francese nei confronti della Germania”; tuttavia l'Unione interparlamentare discusse anche delle minoranze europee e lottò per riuscire a “dare effetto pratico alle sue risoluzioni”:
“Inoltre, il tema che ha occupato maggiormente la Conferenza è stato ancora una volta la questione delle minoranze, la prova più lampante che tra tutti i problemi internazionali questo è, se non il più importante, in ogni caso il più attuale e scottante di oggi. Ma le ferite sempre aperte sono dolorose e i rappresentanti delle minoranze non dovrebbero tacere su quella che per loro è una questione di vita o di morte.
[...]
L'intervento più significativo è stato senza dubbio quello del deputato Dr. [Wilhelm]
v. Medinger [della minoranza austriaca in Cecoslovacchia], che è culminato nell'idea che l'Unione interparlamentare debba essere trasformata in un ente integrativo della Società delle Nazioni, in modo tale da diventare un parlamento della Società delle Nazioni autorizzato a prendere decisioni con forza vincolante nel suo ambito di competenza, mentre la Società delle Nazioni nella sua forma attuale continuerebbe a essere l'organo esecutivo.
[...]
Ora, naturalmente, qualcuno si chiederà quali siano concretamente l'effetto e il successo pratico di questa conferenza: [...] per oggi, solo un'osservazione e una breve risposta indiretta:
la conclusione è che possiamo portare a casa dalla conferenza la convinzione di essere conosciuti e rispettati nel mondo con il nostro nome originario, di godere di interesse e simpatia, soprattutto per la lealtà con cui conserviamo la nostra identità popolare. Sta a noi non perdere questo rispetto e questa simpatia del mondo!”
05.09.2024 - Maria Pichler