Proibiti i fuochi del Sacro Cuore…ma c’è chi non lo sa e li accende ugualmente
La festività del Sacro Cuore è probabilmente quella più sentita in tutta la terra tirolese, da Kufstein fino a Borghetto: si celebrano funzioni religiose, si tengono processioni, si sparano a salve e mortaretti e, al calar della notte, sulle montagne si accendono grandi falò e piccoli fuochi a formare scritte e simboli.
Forse anche per paura di questo forte sentimento comune, nei territori da poco annessi al Regno d’Italia, anche nel 1921 i tradizionali fuochi vengono proibiti, come già era avvenuto l’anno prima. Ecco a tal proposito l’avviso del divieto dato dal quotidiano Bozner Nachrichten alla vigilia della festa, il 4 giugno 1921.
“Qualsiasi celebrazione pubblica della festa del Sacro Cuore è proibita. Per ordine del Commissariato Generale di Trento, si annuncia quanto segue: “Per motivi di sicurezza pubblica, in occasione della festa del Sacro Cuore, sono vietate nella zona della Venezia Tridentina tutte le manifestazioni pubbliche, comprese le processioni religiose nonché lo sparo di mortaretti ed i consueti fuochi sulle montagne". Come avevamo informato i nostri lettori lunedì, Sua Eccellenza Credaro una settimana fa aveva dichiarato che non sussisteva alcuna obiezione allo svolgimento della celebrazione tradizionale, adesso il divieto è arrivato, proprio all'ultima ora".
A quanto pare però il divieto non viene osservato proprio da tutti. Infatti, lunedì 6 giugno, sempre lo stesso giornale riporta che "La domenica del Sacro Cuore è trascorsa ieri in piena tranquillità. La celebrazione si è limitata ad eventi all’interno delle chiese, ai quali ha partecipato un gran numero di devoti. Come è noto, l'accensione di falò e lo sparo di petardi erano stati vietati, ma poiché questo divieto è stato annunciato dalle autorità solo sabato, la notizia non ha raggiunto in tempo le zone più remote, così che nei dintorni sono apparsi una dozzina di falò”.
Astrid Panizza
panizza.astrid@gmail.com