"Una svolta in Sudtirolo?"
Mussolini dispone l'istruzione religiosa in lingua tedesca
Dopo le inefficaci proteste delle madri sudtirolesi, che si battevano per il mantenimento delle scuole tedesche in Sudtirolo (link all'articolo 2.11.), una delegazione di sindaci sudtirolesi, intorno al Natale del 1923, incontrò Benito Mussolini a Roma. Egli acconsentì che l'insegnamento religioso in Sudtirolo potesse svolgersi in madrelingua tedesca. Nel resoconto della visita dei sindaci a Roma, pubblicato il 27 dicembre 1923, il “Tiroler Anzeiger” avverte una "svolta in Sudtirolo" e riferisce:
"Il corrispondente romano del 'Landsmann' riporta i seguenti dettagli sull'udienza dei sindaci sudtirolesi con Mussolini: [...] Per quanto riguarda la questione della scuola, ha dichiarato di aver già disposto, insieme al Ministro della Pubblica Istruzione Gentile, che l'insegnamento religioso venga impartito nella madrelingua, dicendo di non poter fare ulteriori concessioni. [...]
La differenza di atteggiamento tra il "governo forte di Roma" e il governo secondario di Trento sarà, come indica "Il Nuovo Trentino", più di metodo che di principio. Scrive il giornale: ‘In generale si può prevedere che d'ora in poi la politica linguistica nelle nuove province avrà un passo più cauto, tanto più che il Presidente del Consiglio, a conclusione delle conferenze tenute con i prefetti alla presenza del Direttore Generale del Ministero degli Affari Esteri, si è riservato ogni decisione in merito.’ [...]
I fascisti di Trento, che di recente erano stati i primi a ironizzare sul fatto che Mussolini ignorasse le proteste dei tedeschi, sono costernati dall'ultima svolta. Il loro ‘Piccolo Posto’ si infuria: ‘Da Roma ci giunge la notizia di commissioni ricevute da Ministri, e, grave, la notizia che il provvedimento per l’insegnamento della religione in lingua italiana nelle scuole verrà in questi giorni abrogato. Noi ci asteniamo a proposito dal commentare simile provvedimento, ma non possiamo a meno di constatare e fermare che la concessione viene fatta dopo dimostrazioni in piazza e dopo una campagna violentissima della stampa allogena e di quella tedesca oltre il Brennero. […] [Il governo] Riveda le opzioni ed invii avvocati, dottori, professori, preti, che non hanno diritto di rimanere nell’Alto Adige, a casa loro; colpisca l’azione antiitaliana e contraria agli ordini dell’autorità; sciolga tutti i comuni dell’Alto Adige i cui consigli comunali fanno opera dannosa all’Italia, inviandovi Commissari Regi, faccia comprendere, e per sempre, che in Italia vi è un solo Governo che è quello di Roma e chi si oppone ad esso paga. Se a Roma si cede comunque ed anche in minima parte, di fronte alla popolazione aumenteranno i valori della lega tedesca; ed i frutti si raccoglieranno in un prossimo futuro’.”
28.12.2023 - Maria Pichler