Accadeva questa settimana 100 anni fa

Fonte: archivio fotografico Unsplash

Lo scandalo delle patate

A tre anni dalla guerra, in Tirolo si svolge uno scandalo che riguarda un bene di prima necessità, le patate. Il tubero, infatti, merce importante per la popolazione, sta subendo un aumento dei prezzi tale che si teme possa scomparire dal mercato.

Sull'Innsbrucker Nachrichten del 27 settembre 1921 viene riportato un articolo che parla proprio di questo scandalo.

Il giornale racconta questo:

Ieri abbiamo scoperto che da qualche tempo le patate sono molto difficili da ottenere nel libero commercio di Innsbruck, e a prezzi molto alti. Invece, di questa merce fiorisce un vivace mercato nero che ricorda gli ultimi anni di guerra. Come ci hanno confermato gli stessi produttori, il raccolto di patate di quest'anno in Tirolo è stato in media soddisfacente, tranne che in alcune zone. La resa del raccolto sarebbe probabilmente sufficiente per rifornire i consumatori del Tirolo con una quantità modesta - circa 50 Kg pro capite. Abbiamo ricevuto lo stesso chiarimento quando abbiamo chiesto all'Ufficio Patate.


La scomparsa della patata dal mercato può quindi essere attribuita solo a cause legate al prezzo. Circa un mese fa, le patate estive della Oberinntal erano ancora disponibili in quantità sufficienti e a un prezzo ragionevole. Ma da quando è arrivata la nuova ondata di inflazione, i produttori stanno tenendo in magazzino le patate invernali, ovviamente per ottenere prezzi più alti. Questa tattica pare essere una scelta vincente: i prezzi delle patate, infatti, stanno aumentando di giorno in giorno. La settimana scorsa un chilo di patate costava 22 corone. Ieri, nei pochi negozi che ancora vendono questo "articolo di lusso", un chilo costava da 24 a 26 corone, e il prezzo ufficiale per la fine della settimana è di 30 corone.

Quest'anno non abbiamo sentito parlare di una fornitura di patate straniere alla popolazione urbana, come è successo l'anno scorso. All’Ufficio Patate ci hanno detto che questo "sarebbe troppo problematico e non ne sarebbe valsa la pena". Non ci sono stati contratti preliminari e ora il cambio della valuta è peggiorato così tanto che le patate straniere (bavaresi) sono molto costose. Tali condizioni sono ovviamente insostenibili a lungo termine. Se la popolazione deve sopportare i continui perpetui dei prezzi senza opporre resistenza, può almeno esigere che l'offerta di un alimento indispensabile per ogni famiglia funzioni senza intoppi, tanto più che ci sono abbastanza beni disponibili. Non è accettabile che migliaia di consumatori dipendano dall'arbitrarietà di un circolo di produttori e vengano praticamente boicottati. Non pretendiamo un intervento ufficiale contro la manipolazione dei prezzi, perché sappiamo che questo purtroppo non farebbe che peggiorare il problema; siamo già oltre i tempi della fissazione ufficiale dei prezzi massimi; nell'interesse della popolazione, però, dobbiamo fare in modo che l'Ufficio Provinciale dell'Agricoltura fornisca patate per l'approvvigionamento invernale.

È uno scandalo inaudito che oggi, tre anni dopo la guerra, una merce importante possa scomparire dal mercato senza lasciare traccia, e che i consumatori siano ancora una volta relegati nei sentieri oscuri del mercato nero e dell'accaparramento. Abbiamo varie organizzazioni nel Paese che dovrebbero proteggere i diritti dei consumatori, ma quando si tratta di prendere sul serio gli interessi dei consumatori, falliscono tutte. Speriamo che il Consiglio Nazionale dell'Agricoltura informi al più presto la popolazione sulla situazione della fornitura di patate per il prossimo inverno.

Astrid Panizza

panizza.astrid@gmail.com

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