Fonte: sito web del Senato
"A Bolzano tutto è tedesco“
Durante una sessione del Senato del Regno d'Italia si discute ancora una volta del Sudtirolo, in particolare sull'utilizzo della lingua italiana, considerato estremamente poco diffuso rispetto a quello del tedesco o del ladino.
L’occasione è data dall’intervento del senatore Beniamino Spirito il quale si duole del fatto che la lingua tedesca sia ancora prevalente rispetto all'italiano, nonostante siano già passati tre anni dall'annessione.
Sul Bozner Nachrichten del 12 dicembre 1921 si legge:
„Il Senato italiano si è nuovamente occupato del Sudtirolo nella sua sessione di sabato. Il senatore Spirito (appartenente al gruppo parlamentare di centro-destra) ha iniziato occupandosi dell'utilizzo della lingua italiana nelle valli ladine. Il governo aveva infatti atteso due anni dall'annessione per introdurre la lingua italiana nelle scuole locali, lasciando ai vescovi di Bressanone e Trento il compito di anticipare l'azione, introducendo l'uso della lingua italiana nella liturgia.
Ora si dovrebbe, secondo Spirito, prestare una rigorosa attenzione all'attuazione, così come alla validità dell'autorità statale nella scuola. A Bolzano tutto è ancora in tedesco, i nomi delle strade, la polizia, le locande, gli annunci. Questo stato di cose dovrebbe cambiare completamente. Negli uffici amministrativi, specialmente alle Poste e Telegrafi che sono ancora occupati da funzionari austriaci, andrebbero inviati i più volonterosi impiegati italiani. A Bolzano sarebbe necessario anche un comando militare con un generale e truppe selezionate.
Un'altra spina nel fianco - a detta del senatore Spirito - è il Deutscher Verband, in cui sono organizzati migliaia di concittadini che parlano un'altra lingua e che è attivo in senso anti-italiano, così come il sindaco di Bolzano che persegue una politica anti-italiana (…). Il Senatore conclude dicendo che i sudtirolesi non devono essere governati con sistemi oppressivi, ma che è però necessario far loro sentire la piena autorevolezza delle leggi e dello Stato“.
Astrid Panizza
panizza.astrid@gmail.com